Valutazione Fisioterapica
Se si vuole provare a risolvere un problema, il primo passo da fare è raccogliere più dati possibili e ragionarci sopra. Dedicare del tempo ad ascoltare i pazienti è sempre meno frequente, ma in realtà questo è il passaggio chiave per costruire un rapporto di fiducia col paziente e soprattutto per inquadrarlo nel modo più preciso possibile. Vediamo il perché e come si può fare una valutazione fisioterapica in modo completo:
L’importanza di sotto-classificare i pazienti
La cosa importante da mettere in chiaro è che un problema che riguarda un sistema complesso (come lo è l’essere umano) non può essere risolto con una risposta semplice. Sembra ovvio, scontato, ma il 90% dei pazienti cercano da un professionista una risposta al loro problema in tempi molto rapidi. Ma questo non può avvenire sempre, chi vi offre una risposta assoluta in pochi minuti sta molto probabilmente scommettendo sulle basi della sua esperienza o sulla semplice visione di un referto, ma non vi sta affatto valutando sta guardando insomma solo una vostra ”foto” che rispecchia però solo un piccolo istante del vostro problema.
Chi invece vuole valutare in modo completo, raccogliendo dati di ogni genere, prova invece a costruire il ”vostro film”, che sicuramente a livello di informazioni rimane molto più ricco ed esaustivo. Per procedere ad una valutazione serve indubbiamente del tempo in più, ma soprattutto una metodologia precisa di ragionamento sui dati raccolti. Allora, come si dovrebbe valutare un paziente nel modo più oggettivo e completo possibile? Non esistono segreti o formule misteriose, ma quello che vi descriverò sarà una metodica di ragionamento basata su uno strumento composto da più elementi, che aiuta ogni fisioterapista che lo usa a semplificare la complessità del paziente che ha davanti. Quali sono le componenti di questo strumento?
Specifiche scale di valutazione/questionari: ne esistono tantissime, validate in letteratura: ogni aspetto importante del paziente che si vuole indagare ha delle proprie scale di valutazione, che, se usate bene e soprattutto scelte con cura ci permettono di fare molta chiarezza e di raccogliere dati indispensabili. Porre poi le giuste domande e soprattutto uscire dalle convinzioni e dai trabocchetti cognitivi che ogni fisioterapista tende a fare (BIAS), ricercando il più possibile i dati oggettivi e scartando le proprie convinzioni soggettive.
Indagare la storia medica del paziente usando anche qui una specifica scheda che ci aiuti a seguire un ragionamento e far chiarezza sulla storia passata del paziente.
Esame fisico con test di terapia manuale specifici per testare dal vivo le risposte che arrivano dalla zona dolente e da come il corpo si comporta nello spazio.
Indagare nel dettaglio il tipo di dolore che il paziente ci descrive con le sue parole, usando scale specifiche e, solo in ultima istanza, andare a guardare referti medici di ogni provenienza, fondamentali per alcuni aspetti, ma spesso sostituiti erroneamente alla valutazione del paziente.
Tempo: capisco bene il problema dei medici, che, per prassi lavorative obbligate, devono visitare un paziente in 10 minuti, E’ molto limitante per un medico non avere libertà d’azione e tempo adeguato (e tengo a precisare la differenza tra visita medica e valutazione fisioterapica). Una prima valutazione dovrebbe avere una durata di almeno 30-40 minuti.
Capacità d’ascolto e corsi dedicati alla gestione dei dati e alla comunicazione, finalizzati alla costruzione di un ragionamento clinico specifico e al modo migliore di entrare in empatia col paziente soprattutto a livello comunicativo.
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